Novembre 1973: la Sezione Culturale del S.I.C.O.F. ospita una raccolta di immagini dedicate alla fauna italiana. Il curatore, Egidio Gavazzi (poi fondatore della rivista Airone), lancia l'idea di un'associazione tra fotografi naturalisti in grado di mostrare quel patrimonio naturalistico che il grande pubblico non conosce, e che potrebbe sparire in brevissimo tempo se non venisse tempestivamente tutelato. L'idea ha un seguito, e si forma un primo nucleo di appassionati che si scambiano le rispettive conoscenze.
Nasce la Società Italiana di Caccia Fotografica che fin dal nome dichiara come il suo scopo statutario sia di offrire un'alternativa incruenta alla caccia tradizionale e fondare una vera cultura dell'illustrazione naturalistica nel nostro paese (teniamo presente che in quel periodo le enciclopedie sono in gran parte illustrate con immagini di animali impagliati o in gabbia).Per dare una "palestra" adeguata a chi intenda accostarsi ad un genere fotografico piuttosto insolito, viene eretta nella Garzaia di Greggio (Vercelli) una torre di osservazione, e due dei primi soci mettono a disposizione un fondo chiuso nel quale hanno creato una zona umida, piccola ma ricchissima di avifauna.
L'opera di divulgazione continua al Museo di Storia Naturale di Milano, ed in seguito presso l'Acquario Civico Milanese. Nasce anche la rivista "il Teleobiettivo", per anni l'unica pubblicazione specializzata sull'argomento.
Col passare degli anni la natura diventa di attualità smettendo di essere argomento riservato a pochi addetti ai lavori. La Società assume dimensioni ed autorevolezza ragguardevoli, al punto da poter contare su centinaia di socie numerose sedi regionali, con attività sul territorio, corsi ed uscite pratiche; sono i tempi in cui il fenomeno "Natura" emerge prepotentemente col suo corollario di iniziative editoriali.
A questa crescita culturale non sono estranei alcuni membri della SICF, che si impegnano attivamente sui fronti dell'editoria e della comunicazione in genere: dalle sue fila passano alcuni dei nomi più conosciuti del settore, come Fioratti (Oasis, Itinerari e Luoghi), Pigazzini, Gandolfi, Nazari, Piazza, tanto per citare solo i più noti. Il seme è stato gettato, ha germogliato ed ha dato i suoi frutti. Tutto questo si e' decisamente ridimensionato negli ultimi anni, ed anche il ruolo e la struttura della Società hanno seguito questa strada.
Cambiano anche i tempi ed i modi di operare: il campo d'azione si e' esteso progressivamente dalla caccia fotografica propriamente detta (la foto di animali in natura) fino a comprendere la fotografia naturalistica nel suo insieme: macro, paesaggio, subacquea, tecniche speciali. Attualmente l'attività consiste in incontri periodici tra i soci, in cui si visiona il materiale realizzato e si pianificano le iniziative editoriali.
È stato costituito un archivio delle migliori immagini; da questa raccolta vengono scelte le foto da proporre alle riviste con cui la Società è in contatto. Sono a disposizione delle proiezioni in dissolvenza incrociata che vengono proposte a chi ne fa richiesta (circoli, associazioni).
Lo spirito attuale e' quello di accentrare l'attività di fotografi già formati dal punto di vista tecnico, condividendo esperienze e tecniche, esplorando e perfezionando nuove strade, vivendo attraverso lo strumento fotografico quell'amore per la natura che è il minimo comun denominatore di tutti i partecipanti.
Il tutto con un occhio di riguardo, per quanto possibile, al mercato editoriale.
Una collaborazione di particolare prestigio è la recente convenzione (1999) con l'Ente Parco Regionale Lombardo del Ticino che sancisce la gestione da parte della SICF di una zona umida (Oasi Zambona) nell'ambito del territorio del parco. Cambiano i tempi, si è detto, ma resta la voglia di continuare a percorrere un cammino non sempre facile, cercando il modo migliore di realizzare i fini statutari attraverso un genere fotografico difficile ed impegnativo, non sempre generoso in termini di risultati pratici ma sicuramente capace di dare indicibili soddisfazioni interiori.